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Gestire un appartamento su Airbnb, un B&B o un piccolo hotel significa oggi confrontarsi con tanti adempimenti burocratici. Tra questi, uno dei più importanti e spesso fonte di dubbi è la tassa di soggiorno.

Molti host si chiedono: come si calcola? Chi deve pagarla? Cosa rischio se sbaglio?
In questo articolo facciamo chiarezza, spiegando in modo semplice ma completo come funziona la tassa di soggiorno nel 2025, con esempi pratici ed evidenziando le novità più recenti.

  1. Che cos’è la tassa di soggiorno e perché esiste

La tassa di soggiorno non è un’invenzione recente: esiste da oltre dieci anni ed è stata introdotta per finanziare servizi pubblici collegati al turismo.

In pratica, ogni ospite che trascorre una notte in una struttura ricettiva contribuisce alle spese che il Comune sostiene per mantenere la città pulita, organizzata e accogliente. I proventi vengono utilizzati per:

  • migliorare il decoro urbano,
  • mantenere i trasporti,
  • potenziare i servizi culturali e turistici,
  • finanziare eventi di richiamo.

È quindi un’imposta locale: non la decide lo Stato, ma ogni Comune stabilisce le proprie regole. Questo spiega perché a Roma si paga un importo, a Milano un altro, a Palermo un altro ancora.

  1. Chi è coinvolto

Gli attori principali sono due:

  • Gli ospiti, che materialmente pagano la tassa.
  • Gli host/gestori, che hanno il compito di riscuoterla e riversarla al Comune.

E qui nasce la complessità: l’host non è solo un intermediario, ma diventa a tutti gli effetti un agente contabile. Questo significa che, se qualcosa va storto, la responsabilità è sua, non dell’ospite.

Per fare un esempio: se un cliente non paga la tassa e l’host non lo segnala correttamente, il Comune potrà rivalersi sull’host, con multe salate.

  1. Come si calcola (con esempi reali)

La formula è semplice:

Ospiti × Notti × Tariffa comunale = Tassa di soggiorno

Ma nella pratica le cose possono cambiare molto. Vediamo alcuni casi concreti:

  • Roma: 6 € a notte per persona, fino a un massimo di 10 notti. Una famiglia di 2 adulti + 2 ragazzi (sopra l’età di esenzione) che soggiorna 3 notti pagherà 6 × 4 × 3 = 72 €.
  • Milano: 6,30 € a notte per gli affitti brevi, massimo 14 notti. Un single che affitta un appartamento per un mese intero pagherà solo 6,30 × 14 = 88,20 €, perché oltre le 14 notti la tassa non è più dovuta.
  • Palermo: dal luglio 2025, 4 € per le prime 4 notti. Una coppia che soggiorna 7 notti pagherà 4 × 2 × 4 = 32 €.

Ogni Comune stabilisce quindi:

  • l’importo per notte,
  • il numero massimo di notti tassabili,
  • eventuali riduzioni stagionali.
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  1. Le esenzioni: chi non paga

Non tutti gli ospiti devono pagare. Esistono categorie esentate, che variano da città a città ma generalmente includono:

  • Bambini: spesso fino a 10, 12 o 14 anni.
  • Disabili e accompagnatori.
  • Residenti del Comune.
  • Studenti fuori sede o volontari.
  • Pazienti in cura e familiari che li assistono.
  • Forze dell’ordine, guide turistiche e autisti in servizio.

Per esempio: a Firenze sono esentati i minori fino a 12 anni, mentre a Venezia l’esenzione arriva fino a 10 anni. È fondamentale consultare sempre il regolamento comunale, perché i dettagli cambiano.

  1. Come si riscuote e si versa

Il flusso operativo tipico è questo:

  1. Registrazione al portale comunale: molti Comuni hanno una piattaforma online dedicata.
  2. Calcolo della tassa al momento del check-in.
  3. Riscossione dall’ospite, preferibilmente con ricevuta dedicata.
  4. Registrazione sul portale: inserire i dati degli arrivi e gli importi riscossi.
  5. Versamento al Comune: di solito mensile o trimestrale.
  6. Dichiarazione periodica con il riepilogo delle somme.

Un esempio pratico: a Milano l’host deve accedere al portale “GEIS”, inserire gli ospiti e generare un bollettino per il versamento.

  1. Cosa fare se l’ospite rifiuta di pagare

Può succedere che un ospite si opponga al pagamento. In questo caso, l’host deve tutelarsi:

  • alcuni Comuni prevedono un modulo di rifiuto, che l’ospite deve firmare;
  • se il modulo non viene firmato, l’host rischia di dover anticipare la cifra;
  • la soluzione migliore è comunicare sempre in anticipo l’importo della tassa, magari già nell’annuncio o nella conferma di prenotazione.
  1. Sanzioni in caso di errori

Le sanzioni possono essere molto pesanti:

  • fino al 200% dell’imposta non versata,
  • possibili contestazioni penali in caso di inadempienze gravi (essendo agente contabile).

Per esempio, se un host di Roma non dichiara 1000 € di tassa di soggiorno riscossa, potrebbe vedersi chiedere dal Comune fino a 2000 € di sanzioni, oltre agli interessi.

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  1. Novità 2025

Il 2025 porta con sé diverse novità:

  • Giubileo 2025: a Roma e in altre città, le tariffe sono state aumentate per far fronte all’afflusso straordinario di turisti.
  • CIN (Codice Identificativo Nazionale): obbligatorio per tutti, deve comparire negli annunci online e sul materiale promozionale.
  • Cedolare secca: aliquota al 21% solo sul primo immobile, gli altri potrebbero avere tassazioni diverse.
  • Digitalizzazione: sempre più Comuni stanno introducendo portali unificati, che integrano tassa di soggiorno, Alloggiati Web e ISTAT.
  1. Consigli pratici per gestori e host
  • Trasparenza: inserire la tassa in descrizione già all’atto della prenotazione.
  • Automatizzazione: usare software che gestiscono check-in, tassa di soggiorno e comunicazioni in un’unica piattaforma.
  • Archiviazione digitale: conservare ricevute, moduli ed estratti dei versamenti.
  • Aggiornamento costante: controllare periodicamente il sito del Comune per eventuali modifiche tariffarie.
  • Consulenza fiscale: se gestisci più immobili, affidati a un commercialista esperto di turismo.
  1. Conclusione

La tassa di soggiorno non è solo un obbligo burocratico: è uno strumento che permette ai Comuni di sostenere i costi generati dal turismo e, indirettamente, di migliorare l’esperienza dei viaggiatori.

Per gli host e i gestori, significa responsabilità e organizzazione: un piccolo impegno che, se gestito correttamente, può diventare anche un segno di professionalità e trasparenza verso gli ospiti.

Un consiglio finale: non sottovalutare mai questo adempimento. Una gestione corretta non solo ti evita sanzioni, ma ti consente di lavorare con serenità e di crescere in un settore sempre più competitivo.

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